La ricerca araldica sull'origine del cognome è stata fatta da un nostro omonimo che vive in Brasile, il cui antenato emigrò verso il 1800. L'ho contattato e gentilmente mi ha dato il permesso di mettere lo scritto nel sito con la promessa di citarne ovviamente la fonte. Cosa che puntualmente faccio; per cui chi volesse leggersi la versione originale in lingua portoghese lo può fare al seguente indirizzo:
http://www.annex.com.br/pessoais/marchese/frame.htm
Ho cercato di riportare fedelmente quanto letto scusandomi per qualche errore di traduzione; purtroppo il portoghese è soltanto la mia quarta lingua dopo lo stiglianese, il genovese e l'italiano.


Dunque, secondo quanto dicono gli storici, i primi segni di un Marchese si hanno intorno all'anno 476 d.C.
Con la caduta dell'impero romano di occidente, l'antenato della famiglia Marchese visse a lungo sotto il giogo del condottiero germanico Odoacre. Prima della fine del secolo quinto Odoacre fu eliminato da Teodorico, re degli ostrogoti, il quale installò in Italia il suo regno, sotto il rispetto alle leggi romane e riservando per il suo popolo le leggi militari. Durante il regno di Teodorico, l'Italia ebbe un lungo periodo di pace e prosperità. Dopo la sua morte, occorsa nell'anno 526 d. C, Giustiniano si dedicò a riconquistare l'Italia e portò a tutta la penisola decenni di guerre. L'influenza della cultura teutonica cominciò a penetrare nei popoli italiani e anche sulla famiglia Marchese solo dopo la fine del secolo sesto quando i lombardi invasero l'Italia, con l'incursione anche di nomi e cognomi tedeschi.

Un grande storico del rinascimento, lo svizzero Jacob Burckhardt, afferma che il disordine politico sofferto dagli italiani nei secoli neri del medio evo, che ebbe inizio dopo la caduta dell'impero romano non compromise l'attività artistica ed il dinamismo commerciale. Di fatto, l'Italia fu, senza dubbio, il centro commerciale e culturale dell'Europa occidentale dal tredicesimo al sedicesimo secolo. A questo successo economico e artistico contribuirono anche i membri della famiglia Marchese, Dante, Bocaccio, Da Vinci, Michelangelo, Scalotti e Vivaldi, destinati ad essere alcune delle grandi figure che definirono la civilizzazione occidentale. L'unificazione Italiana, nel 1870, contrassegnò l'avvento del movimento rinascimentale, iniziato durante il regno della casa dei Savoia, dei quali naturalmente i "Marchese " ne erano diventati sudditi.

L'Italia è oggi una nazione in cui coesistono una miriade di dialetti regionali e locali. Dentro i suoi limiti geografici, vivono minoranze etniche slovene, greche, friulane e catalane con tradizioni di lingue e nomenclature. La famiglia di Marchese quindi è vissuta, nel corso dei secoli, in un paese ricco di una diversità di lingue e culture. D'altra parte il fenomeno dell'emigrazione di milioni di italiani per l' America ed altre parti del mondo aveva contribuito alla diffusione della cultura, della cucina e degli ultimi nomi italiani, nel mondo intero.
Lo studioso Emilio de Felice, un esperto di nomi e pseudonimi italiani considera il cognome Marchese come variante del più comune "Marchesi". Questo nome appartiene a pseudonimi che indicavano un gruppo di arstocratici.
La descrizione del dizionario Blasonico, nella lista dei nobili riporta informazioni di cinque famiglie con il nome Marchese. Una di Genova, due in Sicilia (Messina e Palermo), una di Napoli e di una di Salerno. I riferimenti più antichi appartengono alla famiglia di Messina la cui provenienza pare sia Lombarda
Il ramo di Genova della famiglia Marchese era originaria di Forlì, ma fu disseminato per la Liguria dai fratelli Andrea e Giovanni nel 1420. Questi fratelli avevano fatto parte del consiglio del Nobile della città. Il ramo di Napoli della famiglia, sembra essere di origine Longobarda, tramandato dal conte Alfana, supranominnato "il Marchese" .

Questa variegata discendenza spiega come mai oggi il cognome Marchese sia così presente in tutta la penisola e in modo particolare nelle regioni di provenienza dei nostri avi.

 


Secondo il sistema romano della nomenclatura, il Capostirpe (capo famiglia) dei Marchese era identificato da un nome proprio , (Antonio per esempio) un nome che identificava la "gens".
Gens era qualcosa di più che famiglia, come la intendiamo noi, ma piuttosto il clan, cioè l'insieme di tutti quanti discendono da una stessa origine comune. Si può notare l'affinità tra il vocabolo latino gens e genus (stirpe, genere), genitus (generato), che fanno capire come comune sia il concetto che ha dato luogo a questi diversi vocaboli ed è il concetto di generare, dare origine; il genè (da cui genesis genesi=origine) greco che aveva il significato di elemento primordiale, capostipite, significato che ha mantenuto nell'italiano moderno gene (anche se in italiano c'è arrivato da un germanico gen con significato analogo). Risulta chiaro quindi anche il termine genealogia, come studio (logia) delle origini (genè), cioè come studio delle origini delle genti. Dall'uso latino, si è passati ad una definizione di origine più indiretta, quindi al concetto di soprannome.
I latini, popolazione celtica, si identificarono con un nome proprio e con l'attributo della Gens, del clan, della tribù di appartenenza, usanza comune peraltro ad altri popoli celtici (irlandesi, scozzesi). In seguito, in epoca repubblicana i Romani sentirono il bisogno di aggiungere un elemento distintivo, che consentisse di identificare due diverse persone aventi lo stesso Nomen ed appartenenti alla stessa Gens ed adoperarono dei Cognomen o soprannomi che facevano riferimento a caratteristiche fisiche, al colore dei capelli, alla balbuzie, al candore della pelle, oppure a fatti che avevano caratterizzato la loro esistenza o a nomi di popoli che avevano vinto o di campagne militari che avevano effettuato o al loro luogo di provenienza e così via.
Gradualmente, infatti, il nome dei "gens" sono stati ommessi, tanto che nel secolo quarto dopo la caduta del l'impero romano di occidente, diventò tradizionale l'uso del nome e del soprannome nella maggior parte dei casi. Le tribù germaniche (i barbari) favorirono l'uso di un unico nome. Nel corso del medio evo gli pseudonimi italiani come Marchese, iniziavano a formarsi come una tradizione italiana. Tradizione che indicava l'apposizione al nome di un simbolo della famiglia che in generale faceva allusione ad un evento storico particolare.
Lo stemma della famiglia Marchese non parla né di guerra né di battaglia ma indica simboli di pace, di speranza e di lealtà.


Così, i membri della famiglia di Marchese hanno ereditato non soltanto il nome, ma anche la storia e le tradizioni generate con orgoglio dal relativo antenato.